C’è chi sostiene che il volontariato in Africa non possa essere considerato una vera e propria vacanza. Eppure ogni anno sono migliaia i giovani che, alle mete turistiche più blasonate, preferiscono le organizzazioni umanitarie.
Come mai? Aiutare è appagante e formativo!
Cosa tratteremo
Volontariato in Africa, requisiti e spese generali
Entusiasmo, passione e spirito di servizio sono elementi necessari per poter diventare volontari internazionali. Da soli, tuttavia, questi parametri non aprono le porte di nessuna Onlus. Chi decide di lavorare gratis nel continente nero, infatti, deve possedere determinati requisiti e farsi carico di buona parte delle spese.
La prima cosa da sapere è che, nella quasi totalità dei casi, le quote per i voli, per il vitto, per l’alloggio e per gli spostamenti sono a carico del volontario. Il capo missione può inoltre richiedere un versamento aggiuntivo, una sorta di fondo cassa, più o meno consistente. Oltre, ovviamente, all’acquisto di una SIM locale.
Per quanto riguarda la documentazione necessaria, bisogna esibire il passaporto, il visto d’ingresso e il libretto sanitario. Alcune vaccinazioni, come quella contro la febbre gialla, sono obbligatorie e non è possibile bypassarle . Altre, come quelle contro il tetano, il tifo, la meningite e le epatiti di tipo A e B, sono invece consigliate. Per potersi sottoporre alle procedure mediche, 4 mesi prima della missione bisogna recarsi all’ASL e all’USMA (Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di frontiera), per eseguire i versamenti.
In linea generale, qualsiasi individuo in salute, compiuti i 18 anni può diventare volontario. A volte, però, possono bastarne anche 16. Va comunque sottolineato che ogni Onlus si impegna in progetti diversi e può richiedere requisiti più stringenti. È il caso ad esempio di Medici per l’Africa CUAMM, che assolda principalmente professionisti dell’area sanitaria, studenti e specializzandi.
Assicurazione, durata minima e mete principali
Partire come volontario sembra facile. Basta contattare una qualsiasi organizzazione no-profit, informarsi sulle posizioni aperte, partecipare a degli incontri e versare le dovute somme. Secondo un vecchio adagio, tuttavia, tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. In questo caso, anche numerosi timori.
Come funziona l’assicurazione sanitaria? Quanto tempo bisogna stare fuori? Quali Paesi sono più sicuri?
I medici dell’ASL forniscono ai volontari tutte le informazioni necessarie per evitare problematiche comuni, come la malaria, per la quale bisogna sottoporsi ad una profilassi. In previsione della partenza, però, è necessario stipulare un’assicurazione sanitaria ad hoc. Grazie ad essa, si potrà beneficiare di una copertura per le spese mediche e, nell’eventualità, anche di un rimpatrio aereo d’emergenza.
Circa la durata della missione, invece, questa dipende dalla volontà del candidato e dalla finalità di viaggio. Il volontariato base dura in media 15 giorni, ma può essere protratto anche oltre un anno. I laureandi sostano in Africa da 1 a 3 mesi, gli ingegneri per tutta la realizzazione di un’opera, gli insegnanti per l’intero anno scolastico. A questi si aggiungono poi artigiani, musicisti, biologi, sportivi, religiosi ed esperti di prevenzione, che si trattengono per tempi assai variabili.
Sono in tanti a chiedersi quali siano i Paesi dove è preferibile fare volontariato. La risposta non è affatto semplice. In genere le Onlus mandano i propri professionisti nell’area sub-Sahariana, in zone quali Tanzania, Etiopia, Uganda, Sudan, Sierra Leone, Mozambico e Angola. Tra le mete più gettonate figurano anche Kenya, Ghana, Madagascar, Zambia e Sud Africa. Tutte le destinazioni sono sicure, ma è necessario attenersi ai consigli del capo missione. Nei giorni di riposo ci si può concedere una gita nella città più vicina ed escursioni nelle aree naturalistiche (un esempio su tutti le Victoria Falls).
Servizio Civile Internazionale
Fare volontariato ha un suo costo ma tramite il Servizio Civile Internazionale, sostenuto al 100% dallo Stato Italiano, la spesa può azzerarsi. Per poter accedere ai campi di lavoro gestiti dall’ONG, comunque, i ragazzi devono prima partecipare a tutta una serie di incontri formativi. In questo modo ascolteranno le testimonianze dei membri più anziani e prepareranno spirito e corpo alla più dura delle loro esperienze di viaggio.