Giacomo Leopardi li chiamava Monti Azzurri perché da lontano le vette si coloravano di celeste: si tratta dei Monti Sibillini, il quarto più grande massiccio montuoso degli Appennini. Si stendono per 70 mila ettari nelle regioni Umbria e Marche, incantando con scenari naturalistici in cui si alternano cascate, laghi, boschi e borghi medioevali.
I Monti Sibillini prendono il nome dalla Sibilla, una donna che prediceva il futuro nell’antro di una grotta, emettendo oracoli tutti da interpretare: la leggenda narra fosse affiancata dalle fate che, per nascondere le zampe caprine, indossavano lunghe vesti e si aggiravano di notte incatenando per sempre al Regno della Sibilla i giovanotti che le incontravano.
Cosa tratteremo
Monti Sibillini: i sentieri più belli
Per raggiungere il Parco Nazionale dei Monti Sibillini dall’A1 bisogna prendere l’uscita per Orte-Valdichiana, mentre chi arriva dall’A14 deve uscire a San Benedetto del Tronto, se proviene da sud, e a Civitanova Marche se arriva da nord.
La ricchezza naturalistica dei Monti Sibillini li rendono perfetti come meta per gli amanti delle escursioni, vista la presenza di molti sentieri dalle diverse difficoltà: passeggiare tra i boschi di faggio, tra i castagni e gli aceri bianchi, con il sottobosco punteggiato qua e là di stelle alpine, permette di avvicinare anche la fauna del Parco, a partire dai camosci e gli istrici fino ai caprioli e le Farfalle di Apollo.
Il Gran Anello dei Sibillini è il percorso più lungo alla luce dei suoi 120km percorribili a cavallo, in mountain bike oppure a piedi, ma il Sentiero che parte dall’Orrido dell’Infernaccio all’Eremo di San Leonardo è certamente tra i più spettacolari.
Le Gole dell’Infernaccio sono nate nel corso dei millenni dall’opera erosiva del fiume Tenna e la parte più suggestiva è al principio di questo piccolo canyon: sono le Pisciarelle, ovvero cascatelle che gocciolano da una parete rocciosa dando vita a uno scenografico effetto doccia. La meta di questo percorso è l’Eremo di San Leonardo, meta imperdibile dei Monti Sibillini; si tratta di un piccolo monastero dell’anno 1066 costruito dai montefortinesi a un’altezza di 1128m e i monaci benedettini vi vivevano seguendo la regola Ora et Labora e ospitando tutti quei pellegrini diretti a Roma. Col tempo cadde in disuso, divenendo addirittura stalla e fienile, fino a quando nel 1971 vi giunse padre Pietro Lavini grazie alla cui sola forza, sostenuta da un’incrollabile fede, questo eremo è tornato a risplendere.
Monti Sibillini: cosa vedere assolutamente
La leggenda narra che il luogo dove le fate della Sibilla ammaliavano irrimediabilmente gli uomini e insegnavano le fanciulle a filare era il Lago di Pilato: il nome rimanda a un’altra leggenda, secondo la quale in queste acque si troverebbe il corpo di Ponzio Pilato ucciso per volere dell’imperatore Tiberio.
Il Lago di Pilato è un lago alpino di origine glaciale davvero spettacolare, dalla caratteristica forma a occhiali e sito ai piedi del Monte Vettore a 2478m di altezza. Raggiungerlo è difficile e richiede almeno tre ore di cammino, ma la ricompensa è grande: ci si ritrova davanti a uno specchio d’acqua color smeraldo nel quale si specchiano le pareti rocciose del Monte Vettore, tanto che nasce subito la voglia di farvi un tuffo, cosa però vietatissima per non distruggere le uova del preistorico crostaceo Chirocefalo del Marchesoni.
Un altro lago meritevole di visita nel Parco del Monti Sibillini è il lago artificiale di San Ruffino: quando la diga costruita negli anni ‘60 è aperta scompare, lasciando solo una palude come traccia di sé stesso. Tutto intorno però si stendono lussureggianti boschi, tutti da esplorare in bicicletta, a piedi oppure a cavallo.
I Monti Sibillini sono la cornice perfetta di borghi pittoreschi, dove il tempo sembra essersi fermato ad antiche epoche medioevali: tra questi non si possono non citare Visso, borgo cinto da mura del XIII e ricco di palazzi gentilizi, torri medioevali e chiese quali quella sconsacrata di Sant’Agostino oggi museo dove sono custoditi gli Idilli di Leopardi tra cui “L’Infinito”, e Castelluccio di Norcia. Questo borgo, ferito dal sisma del 2016, sorge nel cuore della Valnerina e dello stesso Parco Nazionale dei Monti Sibillini: la sua posizione è ciò che lo rende così magnifico, trovandosi su un colle alto 1452 m che si erge al centro di un altopiano che, tra i mesi di maggio e di luglio, si ammanta dei colori delle violette, dei papaveri, dei narcisi, delle genzianelle e delle lenticchie, vera e propria eccellenza gastronomica di Castelluccio di Norcia.