In Italia ci sono bellezze naturali da godersi non solo passeggiando in macchina ma anche a piedi, o in bici.
Percorsi suggestivi immersi nella natura o strade create all’inizio come “vie di servizio” e trasformate in tracciati cicloturistici. Insomma, nel nostro Bel Paese c’è tanto da vedere e da vivere.
Tra i cammini più interessanti da percorrere c’è la via verde del Mezzogiorno che taglia in due questo territorio e lo arricchisce.
Tutto nasce dall’Acquedotto Pugliese, un progetto ambizioso che ha trovato la sua realizzazione più di un secolo fa e, ancora oggi, ha la sua importanza vitale per il territorio.
Si chiama Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese appunto ed è pronta a conquistare i cuori dei ciclisti a caccia di novità. Scopriamo quali meraviglie ci aspettano nel Sud Italia.
Cosa tratteremo
Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese: in cosa consiste
La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese è famosa perché si estende per circa 500 chilometri seguendo le condotte dell’acquedotto, ormai, storiche.
I due canali che dividono la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese
Si parte da Caposele, in provincia di Avellino, e si arriva a Villa Castelli dove si trova il canale principale che all’inizio del Novecento portò l’acqua a Bari. Si tratta del cosiddetto Canale Principale.
Il secondo canale, invece, chiamato Grande Sifone Leccese, parte dalla fine del primo, quindi da Bari, e tocca il Tacco d’Italia, cioè Santa Maria di Leuca in provincia di Lecce.
All’arrivo è suggestivo vedere la cascata monumentale, simbolo di un grande sacrificio che ha donato ai pugliesi l’acqua. Si tratta di un’opera realizzata in piena epoca fascista, nel 1939.
La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese viene considerata un vero e proprio itinerario narrativo perché attraversa il Mezzogiorno tagliandolo a metà.
Puglia, Campania e Basilicata mostrano ai ciclisti luoghi non proprio turistici e non sempre facili da raggiungere ma, assicuriamo, di grande impatto visivo e storico.
Poter vedere un’altra faccia dell’Alta Irpinia, Alta Murgia, Valle d’Itria, Salento, Terra d’Arneo e Vulture Melfese, è considerato un privilegio per chi sceglie la bici e non la classica auto.
Il percorso della Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese
Il tracciato da percorrere, in totale, misura 500 chilometri ma 230 di questi hanno strade e piste di servizio percorribili senza veicoli a motore, quindi si tratta di vie green.
Uno di questi tratti è tra la Campania e la Basilicata e arriva fino a Venosa. Da qui fino a Seclì, in provincia di Lecce, c’è una piccola interruzione.
Tra il Salento e l’Irpinia ci sono parecchi percorsi rurali suggestivi e, dato di non poco conto, non esistono interruzioni con infrastrutture provinciali o statali, quindi si può pedalare tranquillamente.
Nelle prime opere di recupero c’è stata una tendenza alla riconversione delle strade cercando di preservare al massimo il valore storico, la natura e l’autenticità di ogni territorio.
Tutti gli interventi di recupero risultano minimi e adatti solo per garantire una certa sicurezza a chiunque la percorra.
Cosa vedere quando si percorre la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese?
A parte godersi il percorso naturale è bene tenere a mente una mappa degli impianti di captazione ubicati dove c’è la sorgente, i ponti canale e le gallerie adatte per far viaggiare l’acqua a pelo libero.
Si tratta di un’opera grandiosa che sfrutta la pendenza e la gravità per far muovere l’acqua senza sprecare preziosa energia utile. Ecco un esempio di sostenibilità da cui, probabilmente, si potrebbe ripartire.
È interessante anche dedicarsi alle case cantoniere, impianti di sollevamento e storici edifici che ospitavano uffici o stabilimenti adatti per potabilizzare l’acqua e, ovviamente, le centrali idroelettriche.
Una sosta a Castel del Monte e Alberobello
Chi percorre la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese sa benissimo, soprattutto se si trova nel barese, di essere a pochi passi dal suggestivo Castel del Monte ubicato ad Andria e ai famosi trulli di Alberobello. Pertanto una piccola sosta, se si può, va programmata.
Durante il tragitto è bene fare attenzione a dei piccoli particolari che segnaleranno la presenza dello storico ente.
Infatti non è raro ritrovarsi ad abbeverarsi alle classiche fontane in ghisa marchiate con il logo dell’acquedotto pugliese. In questo caso facciamo attenzione alle date di costruzione che, tra un luogo e l’altro, cambieranno.
Godersi la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese in bici è bello perché permette a chiunque di respirare ambienti incontaminati ma non solo, di scontrarsi con la storia di un territorio in cerca di riscatto.