Nella cittadina di Ettal, in Alta Baviera, a breve distanza dal meraviglioso castello di Neuschwanstein, sorge un altro edificio di pregio, realizzato per volere del re Ludwig II.
Nonostante sia meno famoso dell’appena citato castello di Neuschwanstein, anche questo vanta sale lussuosissime, arredi originali e interni sontuosi. Fu qui che Ludwig II trascorse buona parte della sua vita e fu l’unico palazzo che riuscì a portare a compimento prima di morire.
Il castello di Linderhof è comodamente raggiungibile in auto, è dotato di un comodo parcheggio e sorge in un luogo da cartolina, ulteriormente impreziosito dalla presenza del lago Plansee. La struttura è accessibile soltanto tramite visita guidata disponibile in inglese o in tedesco. Inoltre, è situata al centro di uno splendido giardino, noto soprattutto per i giochi d’acqua offerti dalle sue splendide fontane.
Cosa tratteremo
La storia del castello
Nel voler edificare un nuovo edificio laddove sorgeva la vecchia casa di campagna di suo padre, Ludwig II decise di realizzare un palazzo privo di funzioni di rappresentanza. Egli voleva che fungesse semplicemente da rifugio personale.
Nell’organizzazione degli spazi, il re trasse ispirazione dal Petit Trianon di Versailles, presso cui la regina Maria Antonietta era solita rilassarsi e organizzare cene e piccoli ricevimenti privati.
L’attuale castello di Linderhof è il risultato di un lunghissimo processo di modifiche, abbattimenti e ricostruzioni. I lavori ebbero inizio nel 1869 con la realizzazione della casetta reale, alla quale vennero poi aggiunti due padiglioni interamente realizzati in legno. Con l’approvazione del progetto definitivo, a partire dal 1873 fu costruito un cottage in pietra al quale furono via via aggiunte ulteriori strutture. I lavori del palazzo terminarono nel 1879, mentre nel 1880 iniziarono quelli per il giardino.
Il castello di Linderhof
La visita della parte interna del castello dura poco meno di mezzora.
A differenza del castello di Neuschwanstein, quello di Linderhof è in stile barocco ed è circondato da fontane, piccoli edifici stravaganti e splendidi giardini alla francese.
Gli interni, invece, sono in uno stile rococò rivisitato. Appena entrati, l’impatto è molto forte: ogni cosa colpisce per particolarità, dimensioni e ornamenti. Tutte le sale denotano ricchezza e lusso, ma anche stravaganza e cura del dettaglio.
Ludwig II amava scrivere e stare sveglio fino a tardi, ragion per cui fece allestire una camera degli specchi. L’obiettivo era riflettere quanta più luce possibile, affinché potesse scrivere anche durante le ore notturne: entrando in questa sala non si può fare altro che restare a bocca aperta.
Anche la camera da letto principale, destinata al re, è sfarzosa come poche altre al mondo. Ampia oltre 100 mq, fu realizzata secondo i canoni del barocco francese in voga durante il XVIII secolo.
La sala da pranzo, invece, ospita il celebre tavolo “Tischlein-deck-dich“, che tradotto vuol dire “tavolo che si apparecchia da sé”. Si tratta di una lunga tavola di legno collegata con gli ambienti sottostanti, che ospitavano le cucine.
Il collegamento è offerto da un curioso meccanismo che serviva ad apparecchiare la tavola e ad evitare che gli inservienti potessero disturbare il re con il loro via vai.
I giardini del castello di Linderhof
Anche la realizzazione dei giardini del palazzo fu curata da Ludwig II in persona, che non volle lasciare nulla al caso.
Il parco combina in maniera sapiente elementi tipici dei giardini barocchi francesi con elementi propri dei giardini paesaggistici inglesi. Inoltre, ospita una splendida grotta artificiale dotata di stalagmiti e stalattiti, ispirata alla celebre Grotta Azzurra di Capri. Proprio qui, re Ludwig amava trascorrere il suo tempo libero a riflettere e a risposare, facendosi cullare dal suono dell’acqua.
Da non perdere neppure il Chiosco Moresco, al cui interno è situato il celebre trono dei pavoni. Il chiosco fu realizzato nel 1867, in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi. Fu comprato dal re circa dieci anni più tardi e ornato con una fontana di marmo, un grande lampadario di vetro e il prezioso trono dei pavoni. Qui Ludwig amava leggere e sorseggiare uno dei tantissimi tè appartenenti alla sua collezione.
I giardini ospitano anche la Capanna di Hunding, l’Eremo di Gurnemanz e la Casa Marocchina, all’interno della quale lo stesso re amava trascorrere brevi periodi per conto proprio, lontano da tutto e tutti.
Sebbene si tratti di un palazzo meno fiabesco ed impressionante di quello di Neuschwanstein, se ne consiglia assolutamente la visita, essendo una delle gemme più fulgide della Baviera.