La nostra penisola è ricca di luoghi affascinanti dove dimorano edifici molto antichi che hanno avuto il merito di tramandare una parte fondamentale della storia del Paese.
Chi, dunque, è interessato a fare un tuffo nel passato non potrà perdere l’occasione di visitare l’Abbazia di Staffarda, nel cuore del Piemonte, incastonata tra le verdi colline e i suggestivi paesaggi delle Langhe.
Questo antico monastero cistercense è un luogo di assoluta bellezza e spiritualità e, qui di seguito, andremo a scoprire tutti i suoi segreti e il ruolo che ha avuto nell’evoluzione della regione.
Cosa tratteremo
Abbazia di Staffarda: viaggio tra i segreti di un’abbazia cistercense del Piemonte
L’Abbazia di Staffarda si trova nel comune di Revello ed è stata edificata nel XII secolo per opera di un gruppo di monaci cistercensi che provenivano dalla rinomata Abbazia di Cîteaux, in Francia, e ai quali fu conferito il terreno dal “Marchese Manfredo I di Saluzzo”.
Nel corso degli anni, l’Abbazia divenne un centro di culto molto influente e i monaci si adoperarono affinché in questo territorio si stabilisse una comunità monastica dedicata alla preghiera, al lavoro manuale e all’agricoltura.
Tutto ciò contribuì fortemente allo sviluppo della regione ma, a tale periodo di prosperità, seguì il declino, specialmente durante l’epoca napoleonica.
Fu nel 1690, infatti, che la battaglia di Staffarda portò le truppe austriache e piemontesi, guidate da Vittorio Amedeo II di Savoia, a scontrarsi con quelle francesi del Re di Francia Luigi XIV.
I primi subirono una dura sconfitta, contando moltissimi morti e prigionieri, mentre l’Abbazia venne parzialmente distrutta, contando numerosi danni nella parte del chiostro e del porticato.
Successivamente, nel 1750, grazie all’intermediazione di papa Benedetto XIV, l’edificio passò all’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Ancora oggi, l’omonima fondazione lavora con impegno per conservare e valorizzare tutto il patrimonio ricevuto in eredità, che comprende non solo l’Abbazia, ma anche la Palazzina di Caccia di Stupinigi e la Precettoria di S.Antonio di Ranverso.
Abbazia di Staffarda: cosa vedere
Chi intende visitare l’Abbazia di Staffarda potrà iniziare il suo tour dalla biglietteria che conduce direttamente al chiostro.
Quest’ultimo, creato in perfetto stile gotico, presenta dei muri colorati di rosso intenso e con al centro un armonioso giardino.
Il consiglio è quello di pianificare una visita agli esordi dell’estate, per poter ammirare gli splendidi fiori che sbocciano dalle piante di hosta e dove tutto prende un affascinante color lilla.
Ai lati del chiostro ci sono le aperture che portano all’abbazia e qui si potranno visitare:
– Il refettorio, ovvero la sala in cui i monaci si riunivano per pranzare e per ascoltare letture religiose. Qui, si potranno ammirare alcuni elementi dell’architettura gotica, con le sue arcate e colonne eleganti, unitamente al fascino sprigionato dai muri decorati con affreschi che raffigurano scene della vita di Gesù e storie della Bibbia.
– Il laboratorio, l’area adibita per la copiatura dei manoscritti medievali e per la creazione di opere d’arte sacra.
– La sala Capitolare, dove i monaci si riunivano per discutere di affari comunitari, di regole monastiche, di teologia e dove si eleggeva l’abate.
– La Chiesa, vero fulcro dell’intera abbazia, e luogo centrale di preghiera e spiritualità.
Da un punto di vista architettonico, va sottolineato che la chiesa rappresenta un vero e proprio capolavoro dello stile romano-gotico, con una facciata davvero maestosa, colonne e vetrate colorate molto suggestive.
Per quanto riguarda gli interni, invece, l’atmosfera è sobria e priva di affreschi, in linea con la tradizione cistercense.
I monaci cistercensi, difatti, seguivano un principio di semplicità nella costruzione delle loro strutture, utilizzando materiali naturali a vista e evitando l’uso di rappresentazioni di Dio e dei santi.
L’unico elemento decorativo presente nella chiesa consiste in fasce rosse e bianche di mattoni che rivestono le colonne e le volte. Questi motivi, tuttavia, conferiscono un’immediata personalità e originalità all’intero ambiente.
L’unica raffigurazione che si può scorgere è il “grande sole“, posto sull’abside che, però, non fa parte delle opere originali risalenti all’edificazione dell’Abbazia e fu aggiunto solo successivamente.
Curiosità sull’Abbazia di Staffarda
Non tutti sanno che in un angolo raccolto dell’Abbazia di Staffarda, che storicamente era l’unico spazio riscaldato, ogni anno fa ritorno una comunità di pipistrelli.
Ad aprile, più di mille esemplari femmine giungono qui per dare alla luce i loro piccoli, rimanendo fino a ottobre, quando intraprendono nuovamente il volo.
Nel corso del tempo, poi, tali animali memorizzano il luogo in cui sono nati e vi ritornano ciclicamente per riprocreare; questa colonia di pipistrelli è una delle più numerose nella nostra penisola.