Oggi sta prendendo sempre più piede una forma di turismo più sostenibile, che regala al turista la possibilità di conoscere luoghi autentici e natura incontaminata. Vengono in mente quei famosi cammini che affascinano tanto quei turisti alternativi e curiosi, come ad esempio la Via Francigena oppure il Cammino di Santiago di Compostela.
I cammini sono tendenzialmente al di fuori delle rotte turistiche ed è proprio questo che ha permesso a molti territori di essere riscoperti preservando il loro fascino autentico, quasi primordiale. Questo vale anche per il Cammino Materano che si snoda tra la Puglia e la Basilicata: l’ho percorso pronta ad aprirmi a nuovi orizzonti e a culture ormai dimenticate, riscoprendo un volto nuovo di queste splendide terre.
Cosa tratteremo
Cos’è il Cammino Materano
Il Cammino Materano mette insieme sentieri, tratturi, vie medioevali e strade romane secondarie: si insinuano in un territorio dove storia e leggenda si fondono, dove l’ospitalità è di casa e la cultura affonda le radici in un passato lontanissimo.
Il merito della progettazione del Cammino Materano è dell’associazione In Itinere, che promuove sul territorio pugliese una forma di turismo responsabile e lento che rispetta la natura e segue i suoi ritmi. Questa associazione diffonde la cultura del viaggio fatto a piedi, incentivando la progettazione di percorsi adatti a questa modalità di viaggio.
Tutto è iniziato quando uno dei membri dell’Associazione, durante la tappa francese del Cammino di Santiago di Compostela, si sente chiedere da un turista olandese il motivo per il quale nell’Italia Meridionale non vi siano sentieri adatti alle camminate a piedi.
È stata questa semplice domanda a portare l’associazione a mettere a frutto le competenze dei suoi componenti (guide ambientali, archeologi e storici ) per creare quello che è diventato oggi il Cammino Materano: oggi è parte integrante dell’Atlante dei Cammini messo a punto dal Ministero dei Beni Culturali.
Il Cammino Materano consta di sei vie indipendenti tra loro e dedicate in gran parte alle popolazioni presenti nel territorio prima dell’arrivo dei romani:
– la Via Peuceta parte da Bari
– la Via Dauna da Termoli (work in progress)
– la Via Lucana da Paestum (work in progress)
– la Via Jonica da Taranto
– la Via Ellenica da Brindisi o Martina Franca
– la Via Sveva parte da Trani ed è dedicata a Federico II
La meta di ognuna di queste vie è la Cattedrale della Bruna e di S.Eustachio a Matera, in Basilicata: è considerata una delle più antiche città dell’area mediterranea dove i Sassi, dichiarati Patrimonio dell’UNESCO, rappresentano il massimo esempio di bioedilizia ma anche l’espressione più autentica della cultura contadina. Matera rappresenta la rinascita di una città in passato definita addirittura “vergogna d’Italia” e che oggi è stata addirittura Capitale della Cultura 2019.
Cammino materano tappe
Fonte: https://www.galaltosalento2020.it
La Via Peuceta è il percorso certamente più battuto del Cammino Materano ed è quello che ho personalmente intrapreso in primavera, il periodo ideale per affrontare lunghe camminate in un territorio che in estate ha spesso un clima molto torrido.
Si attraversa l’antico territorio della Peucezia, ossia l’attuale provincia di Bari abitata in passato da una tribù del popolo degli Iapigi.
Le tappe sono sette e hanno all’incirca la stessa distanza tra loro: il motivo è che gli antichi romani erigevano i centri abitati a una distanza che gli eserciti potevano coprire facilmente in appena una giornata.
Ho trovato l’intro percorso incantevole grazie alla varietà paesaggistica, spaziando dalla steppa della Murgia, agli uliveti, i boschi e soprattutto le gravine, ricche di insediamenti preistorici ben conservati.
Bari-Bitetto
La prima tappa è Bari-Bitetto: sono partita dalla splendida Basilica di San Nicola di Bari, sita in quel centro storico definito da Calvino “formicaio ebbro di vitalità”.
Superato il nuovo Ponte Adriatico e ho imboccato l’antica stradina medioevale che collegava Bari a Bitetto: lungo il percorso ho avuto modo di ammirare il casale di Balsignano, immerso nelle campagne circostanti Modugno e la vicina Chiesa di San Felice.
Sono entrata a Bitetto dalla medioevale Porta Barese e ho raggiunto la Cattedrale di San Michele Arcangelo, costruita tra l’XI e il XII secolo.
Bitetto-Cassano delle Murge
La seconda tappa è Bitetto-Cassano delle Murge: ho camminato tra foreste di ulivi nel cuore della Terra di Bari, vigneti e mandorleti e risalito dolcemente l’Altopiano delle Murge. Ho visitato il Santuario di S.Maria degli Angeli, dove ho potuto ammirare uno splendido affresco della Vergine in una grotta.
Ho raggiunto Cassano delle Murge, dove mi è stata raccontata la storia del Santo Euligio, apprendendo che in realtà è solo una storia inventata con dovizia di particolari, peraltro molto divertenti. Pare fosse un uomo divertente e amante della buona cucina, in particolare degli stinchi. Non ho resistito nel portare con me un santino di S.Euligio, senza però pretendere da lui alcuna protezione.
Cassano delle Murge-Santeramo in Colle
La terza tappa è Cassano delle Murge-Santeramo in Colle: percorrendo un’antica carraia medioevale, ho attraversato il Bosco di Mesola, le cavità carsiche della parte più aspra della Murgia, campi di grano e pascoli. Prima di raggiungere Santeramo in Colle, presso la Pineta Galietti ho sostato nell’omonima masseria settecentesca, dove ho affidato una mia riflessione personale all’“Albero dei Pensieri”.
Santeramo in Colle-Altamura
La quarta tappa è Santeramo in Colle-Altamura: attraversando la steppa murgiana ho raggiunto la Grotta di S.Angelo, un’importante luogo di culto completamente affrescato. Prima di arrivare ad Altamura ho percorso una piccola gravina e visitato il villaggio rupestre del Fornello.
Altamura-Gravina di Puglia
La quinta tappa è Altamura-Gravina di Puglia: dopo una visita alla “Leonessa di Puglia” e assaggiato il suo famoso “pane dei viandanti” prodotto con lievito madre, sono arrivata a Gravina, costeggiando campi di avena, di lupini e di grano.
Gravina-Picciano
La sesta tappa è Gravina-Picciano: lasciata Gravina e le sue grotte rupestri, nel cuore del “Parco Nazionale dell’Alta Murgia”, mi sono messa in marcia verso i resti neolitici di Sidion, antica città della Peucezia.
Superato il Bosco di Difesa Grande ho raggiunto il Santuario di S.Maria di Peucezia, costruito a 440 mt di altezza su un territorio dove si insediarono persino i Templari.
Picciano-Matera
La settima tappa è Picciano-Matera: dopo aver lasciato il Santuario di Picciano, sono scesa nella depressione tufacea dove sorge Matera. Dopo aver camminato nella “Riserva Naturale di S.Giuliano”, sono entrata a Matera dal Rione Casalnuovo, famoso per ospitare la Cappella del Peccato Originale.
Cammino materano dove dormire
Il Cammino Matrerano offre numerose soluzioni per trascorrere la notte tra una tappa e l’altra: ci sono i B&B, gli ostelli, le strutture che offrono ospitalità religiosa e le case private. Queste ultime sono quelle che consentono maggiormente un contatto con il territorio e la popolazione locale, sempre molto accogliente e aperta con i forestieri.
Tra le strutture ricettive consigliate vi sono ad esempio “Casa Ester” a Bitetto, che offre ospitalità domestica e “Janfko”, un’area di sosta a Modugno immersa tra gli ulivi secolari.
Chi ama le masserie può optare per la “Masseria Scalera” nel tratto Santeramo in Colle-Altamura oppure per la “Masseria Galietti”, tra Cassano delle Murge-Santeramo in Colle. In quest’ultima vi sono solo spazi dove sistemare il proprio sacco a pelo o la propria tenda. Alle porte di Matera c’è poi la “Masseria La Fiorita”, un’azienda agricola dove vi sono un’area camping, un ostello e camere private.
Cammino Materano Via Ellenica
Quando si parla di Via Ellenica si deve fare una distinzione tra due distinti percorsi, uno dei quali è Terra degli Ulivi che attraversa la spettacolare Valle d’Itria: collega Brindisi a Crispiano ma è ancora in progettazione.
L’altro percorso è Terra delle Gravine e, in 8 tappe, permette di raggiungere Matera da Martina Franca, attraversando appunto le gravine della Puglia: si tratta di formazioni carsiche formatasi nei secoli grazie all’erosione dell’acqua e oggi appaiono come grandi canyon, sulle cui alte pareti si trovano decide di grotte rupestri adibite nell’antichità a case o chiese.
Questa parte del Cammino Materano permette di fare un vero e proprio salto indietro in tempi preistorici, attraversando borghi come Massafra, Mottola, Castellaneta, Laterza e Montescaglioso.
Ad esempio a Mottola è ben visibile l’insediamento trogloditico della Gravina del Petruscio mentre a Grottaglie, nella Lama dei Pensieri, sorge il villaggio rupestre di Casalpiccolo. Imperdibile poi una visita a Montescaglioso dell’Abbazia benedettina di S.Michele Arcangelo, tra le più importanti del sud Italia.
Cammino Materano Credenziale
Come alla conclusione del Cammino di Santiagio di Compostela il pellegrino riceve l’attestato della “Compostela”, così al termine del Cammino Materano si consegna la “Credenziale”. Questo documento certifica non solo la condizione di “viaggiatore lento”, ma permette anche di poter soggiornare in strutture ricettive o ristoranti a prezzi più convenienti.
All’arrivo a Matera si riceve il cosidetto “Testimonium”, a condizione però che si siano percorsi a piedi almeno 100 km: per avere questo ambito riconoscimento è necessario che la “Credenziale” sia timbrata a conclusione di ogni tappa, da parte degli infopoint e di tutte quelle strutture che aderiscono a questo progetto.
Per ottenere la “Credenziale” bisogna andare sul sito https://camminomaterano.it/credenziale-del-pellegrino, compilare il relativo modulo e fare una piccola donazione allo scopo di sostenere attivamente il progetto del Cammino Materano.
Cammino Materano in bici
Nonostante il Cammino Materano sia nato per essere percorso a piedi, nulla vieta di intraprendere uno dei suoi percorsi in bicicletta, essendo comunque una forma di turismo rispettoso dell’ambiente, seppure più faticoso. Lungo infatti al Via Peuceta ci sono tratti dolci, ma anche insidiosi: nella tappa tra Cassano delle Murge e Santeramo in Colle non mancano tratti sterrati e single trail alquanto insidiosi, soprattutto per i biker meno esperti.
Per superare i pendii più faticosi e le impervie gravine si pedala però lungo la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese, premiata con il “Premio Nazionale Go Slow”.
Lungo la tappa Santeramo in Colle e Altamura invece si incontra la gravina dove sorge l’insediamneto rupestre di Fornello: i sassi e le rocce sono così spigolosi e taglienti che è impossibile proseguire in bici, costringendo a proseguire a piedi portando la propria due ruote sulle spalle.
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